Ogni situazione meteo-marina richiede regolazioni e messe a punto appropriate. Anche il timoniere deve quindi modificare la propria condotta al variare delle condizioni. Se la navigazione è di bolina ed il mare è formato, oltre alle opportune riduzioni e regolazioni della velatura, chi sta al timone deve seguire alcune regole generali.

E’ utile premettere che una barca a vela regge il mare molto meglio di una barca a motore. Tuttavia la nostra barca sarebbe particolarmente “esposta” qualora si trovasse nella condizione di ricevere vento e mare al traverso: essere sulla cresta di un’onda particolarmente alta, sotto raffica e molto inclinati sottovento renderebbe molto problematico il raddrizzamento. Se poi la cresta dell’onda tendesse a frangere, la barca rischierebbe di coricarsi sull’acqua con conseguenze imprevedibili.

Il timoniere dovrà quindi andare  all’orza all’arrivo del maroso in  modo di  prevenire il pericolo di “traversarsi”; inoltre l’impatto con l’onda avverrà al mascone, la parte della barca pensata a dimensionata per resistere a tali sollecitazioni.

Una volta superata la cresta,  la barca scenderà verso il cavo  ed il  timoniere dovrà poggiare. Questa manovra gli consentirà innanzitutto di compensare la precedente orzata: non si può continuare ad  orzare, ci ritroveremmo ben presto contro vento! Sicuramente avremo anche una rotta da seguire, quindi la successione più o meno regolare di orza e poggia ci permetterà di non discostarcene troppo. Infine, nel cavo tra due onde particolarmente alte ( oltre i 4 metri),  la parte inferiore delle nostre vele potrebbe essere “sventata”,  perdendo portanza e velocità.

Ecco che andare alla poggia ci consentirebbe di recuperare un po’ della spinta perduta a causa del parziale ridosso causato dall’onda che sta arrivando. Ricordiamoci quindi la regola generale per governare in questa particolare condizione: “orzare quando si sale, poggiare quando si scende !”.

Mirco Mascotto