Potrebbe essere una diatriba sulla sicurezza quella tra i tecnologici e i conservatori durante la navigazione notturna. Gli uni che usano lampade rosse ovunque e stanno personalmente di guardia anche con l’uso di un binocolo tradizionale, gli altri che spendono migliaia di euro magari per una termocamera manovrabile dall’interno + un sistema AIS + GPS cartografico e radar sempre accesi. Ma siamo certi che questa sia vera sicurezza?
SULLA VISIONE NOTTURNA
Navigare di notte richiede molta attenzione anche se il numero di mezzi in mare è molto inferiore a quelli di giorno. Certamente non bastano gli ausili elettronici per identificare ogni ostacolo poiché questo potrebbe essere basso sul mare, mascherato dal moto ondoso, o angolato in modo da non riflettere abbastanza per l’identificazione radar dei più comuni radar per il diporto magari pure privo di AIS. Il plotter, come strumento di sicurezza, mostra solo quelli fissi. Ciò che veramente serve è una guardia visiva particolarmente attenta e continua.
Per una buona visione notturna è necessario che l’occhio si abitui al buio e questo richiede che le luci di bordo idealmente siano spente, persino la luminosità della strumentazione di bordo dovrà essere ridotta al minimo, talvolta anche le luci di via disturbano con i loro riflessi su candelieri o altro. Essendo molto vicina al timoniere persino il riflesso della luce bianca di poppa su un paterazzo o sul pulpito potrà dare fastidio se non posizionata correttamente!
Tuttavia, la necessità di leggere carte nautiche e portolani, necessarie per una corretta e sicura navigazione, richiede ovviamente una fonte di luce. È da sempre l’idea che la luce rossa sia la più idonea per la navigazione notturna e non ci si è mai posti il dubbio che potrebbe non essere così. Qualcuno lo ha fatto!
Gli studi fatti sulla questione hanno portato ad una conclusione ben diversa come si evince dal contenuto dei documenti cui si riferiscono questi link e dai quali ho “estratto” questa sintesi significativa:
https://skybrary.aero/sites/default/fil … f/4078.pdf
https://5nr.org/wp-content/uploads/2019 … rFinal.pdf
ed anche:
https://apps.dtic.mil/sti/pdfs/ADA347071.pdf
Si è sempre creduto che di notte l’occhio fosse poco sensibile alla luce rossa e che quindi questa fosse la migliore per evitare l’abbagliamento che momentaneamente ci “acceca” quando, passati dal buio alla luce bianca si ritorna al buio, e che quindi avrebbe permesso all’occhio di recuperare più in fretta la visione notturna. Purtroppo non è così e gli studi su menzionati lo evidenziano. La pur minima luce rossa, che consente una buona visione di carte e strumenti, è troppo forte per sortire l’effetto fino ad oggi sperato e creduto.
L’occhio umano è molto più sensibile alla luce verde o azzurra e quindi basta un livello luminoso di varie migliaia di volte inferiore a quello della luce rossa per garantire una sufficiente visione e il successivo recupero dell’acuità visiva al buio. E’ intuitivo capire che, partendo da un livello luminoso più basso, il recupero sia molto più rapido.
Inoltre quasi tutte le annotazioni/correzioni per aggiornamento delle carte nautiche sono fatte con inchiostro rosso/violetto che se viste con luce rossa risultano praticamente illeggibili.
A seguito degli ottimi studi fatti sull’argomento, in riferimento ai link su riportati, si stanno quindi variando sia il colore delle luci in plancia che quello degli strumenti di bordo dei mezzi professionali/civili portandoli al verde o al blu con conseguente possibilità di forte riduzione dell’intensità luminosa necessaria e quindi un più veloce recupero della migliore percezione visiva al buio.
Segue
Buon vento!
Francesco Rancan
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