Le ferie estive sono state, per molti di noi, l’occasione per trascorrere qualche giorno in barca. Come sempre, NAVIGARE ci insegna sempre qualcosa ed al cospetto del mare ognuno deve essere consapevole dei propri limiti. Inoltre non bisogna mai abbassare la guardia perché il pericolo di inconvenienti ed incidenti è sempre presente.

Questa premessa è quanto mai opportuna in relazione ad un’esperienza che ho vissuto in prima persona pochi giorni di prima di Ferragosto: stavamo beatamente tirando qualche bordo nel Golfo di Follonica, non lontano da Punta Ala. La brezza pomeridiana, puntuale e robusta, attenuava gli effetti del solleone.

Navigavamo con mure a dritta; verso il largo la mia attenzione fu attratta da un bellissimo gennaker, colorato ed imponente. La barca su cui era issato era lunga almeno 14 metri. Ho stimato la distanza tra noi e loro in almeno un miglio. Oltretutto le due rotte erano divergenti, quindi il rischio di collisione era del tutto escluso.

La navigazione era davvero piacevole, la barca filava quasi sei nodi quindi abbiamo deciso di prolungare la gioia del momento virando e tornando verso il largo. Ci siamo quindi ritrovati con mure a sinistra: mio figlio Matteo era al timone ed io alla scotta del genoa.

La messa a punto era quasi ultimata quando abbiamo sentito delle urla. Non ho avuto nemmeno il tempo di capire quello che stava succedendo  quando ho visto sfilare sottovento l’enorme gennaker e, con esso, la bellissima barca che avevamo notato poco prima. Stavano navigando con mure a dritta e, giustamente, reclamavano acqua!

Una goccia di sudore gelida mi è scesa lungo la schiena: la collisione è stata evitata unicamente grazie alla loro manovra mentre noi, del tutto ignari, non abbiamo modificato di un grado la nostra prua. Ho chiesto scusa e loro, dopo un cenno di intesa, hanno proseguito ad una velocità di almeno nove nodi.  

Com’era possibile che quella barca così distante, fosse improvvisamente a pochi metri da noi? Quale fattore ho così colpevolmente trascurato?

La risposta è semplice: non ho considerato la VELOCITA’! I nostri sei nodi, sommati ai loro nove, su rotte contrapposte hanno determinato una velocità di avvicinamento tra le due barche pari a quindi nodi, quindi circa 7,5 metri al secondo ! In un minuto le due barche si sono avvicinate di circa 450 metri, in due minuti di 900 metri, in quattro minuti di un miglio !

Quindi quella distanza che sembrava così rassicurante si è rapidamente assottigliata fino ad annullarsi; probabilmente hanno deciso di abbattere quasi contemporaneamente alla nostra virata e da quel momento è partito il conto alla rovescia che, solo grazie a loro, non ha portato ad una collisione che avrebbe potuto avere chissà quali conseguenze.

Ci siamo guardati a lungo negli occhi, dopodiché  Matteo ha riassunto in una frase lo stato d’animo di tutti noi: “E’ LA NOSTRA GIORNATA FORTUNATA!”.

Buon Vento!

Mirco Mascotto