In occasione del 35° anniversario del nostro sodalizio, si è tornati a solcare i mari della Bretagna, l’ultima avventura era stata nel 2013 e se allora era riservata ai soli capibarca, questa volta tutti i soci hanno avuto l’opportunità di partecipare.

In quattordici siamo partiti alla volta delle Bretagna, chi in macchina dall’Italia e chi con un volo su Parigi e poi con auto a noleggio per giungere a destinazione. L’appuntamento per il check-in è alle 9 di sabato 22 luglio a Le Trinite-sur-Mer per due equipaggi e Quiberon per il terzo. Infatti, per questa avventura abbiamo scelto di navigare su delle barche da crociera veloci e sportive, degli RM10.70 e il charter a cui ci siamo affidati ce le ha dislocate in questi due porti.

Siamo già in zona dalla sera precedente e quindi prima di raggiungere i rispettivi uffici per sbrigare la parte burocratica, avendo abbondante tempo a disposizione, ci lasciamo coccolare dalle tipiche boulangerie bretoni. Ci lasciamo talmente coccolare che ritardiamo di qualche minuto l’arrivo a Trinite e Quiberon. Skipper e secondi si dedicano alla parte burocratica mentre gli equipaggi alla cambusa.

Usciti dall’ufficio si va a scoprire la nostra casa in terra bretone per i prossimi sette giorni. Gli RM10.70 sono barche francesi, costruite in compensato marino e dai volumi importanti a prua e con spigolo vivo. L’armo velico, per una barca di 10 metri e 70, è interessante: randa, genoa e trinchetta; oltre al gennaker con calza armabile sulla delfiniera. Insomma, sono delle barche che promettono ottime prestazioni e in sicurezza. La versione noleggiata da noi è con doppia chiglia e una pala del timone, con le forti maree non si sa mai che rocca appoggiarsi sul fondo. Le barche fra di loro hanno delle differenze, alcune di fino dovute all’armatore, altre più importanti dovute all’anno di costruzione della barca e, per la barca di Paolo Bertucco, agli eventi.

Io ho un RM10.70 con albero in carbonio, la trichetta è armabile grazie ad una vela con cavo antitorsione all’interno dell’inferitura, il che permette di issare la vela, fissata sull’angolo mura in coperta, grazie ad una drizza con circuito 1 a 2, la vela è montata su un frullino. Tutto ciò permette di avere coperta libera a prua quando non si usa la trinchetta. Michele Derossi ha un RM10.70+, più recente e meno “aggressivo”, albero in alluminio e trinchetta fissa, meno sbatti per usarla ma in virata con solo genoa è necessario avvolgerlo un po’ prima di procedere alla manovra. Paolo Bertucco dovrebbe aver avuto un RM10.70 come quello del mio equipaggio ma il fato ha voluto, che qualche utilizzatore precedente disalberasse. Quando Paolo arriva a Quiberon stanno ancora finendo di armare l’albero nuovo! Risultato, la trinchetta non è disponibile, manca il materiale per armare la drizza con circuito 1 a 2. In compenso ha delle vele nuove nuove.

Vi ho tediato con queste descrizioni, perché torneranno utili durante le cronache di viaggio.

Ebbene siamo pronti a salpare!!

Sabato 22 luglio.

Ore 14.54, si accende il motore di Fireball, skipper il sottoscritto, secondo Roberto Motteran e a completare l’equipaggio Edoardo Bazzoli e Giampaolo Rodeghero. Studiamo come mollare gli ormeggi, la barca è ormeggiata di prua al molo con finger, cerchiamo di capire se c’è corrente che disturba la manovra. Ore 15.07 si lasciano gli ormeggi. Da poco a lasciato l’ormeggio anche Pojuchagus con skipper Michele Derossi, in seconda Federico Ferro, l’equipaggio è composta da Paolo Scalvi, Gigi Melotto e Beppe Galasso. Navighiamo verso Sauzon sull’isola di Belle Île, lungo la strada incontreremo Paolo per poi navigare insieme verso la destinazione. Paolo ci avvisa che è in ritardo, causa lavori in corso sulla barca, inoltre ci fa presente che gli hanno consigliato di dormire all’interno del porto a Sauzon, così da poter provare l’esperienza di dormire in “cavalletta”. Arriviamo davanti a Quiberon ed ecco che spunta Paolo con la sua Mai Tai, a dargli man forte come secondo Nicola Elevati e completano l’equipaggio Giuseppe Albi, Marisa Cappelli e Franco Peranzoni.

Le barche filano che sono una meraviglia, seppur il vento è in aumento, tengono molto bene il mare e filano via molto bene. Il mare bretone mostra subito le sue insidie, il canale della Teignouse, oltre ad avere scogli nei dintorni, presenta molta corrente, il passaggio sul fanale verde, seppur in sicurezza è più vicino del previsto. Poco male, ci dobbiamo prendere la mano.

Ore 19.40 ormeggiamo a Sauzon, dopo 25 miglia e appena un’ora di motore (la maggior parte per uscire da Le Trinite-sur-Mer). L’accoglienza dei marinai del porto di Sauzon ci fa capire l’aria che tira in questi luoghi, ricevono la nostra richiesta di ormeggio via radio, escono col gommone all’esterno del porto a prenderci e ci conducono fino all’ormeggio nel porto, passandoci i cavi nei gavitelli. Bellissimo clima di solidarietà e gentilezza che ormai nei nostri porti è difficile trovare. Siamo ormeggiati in mezzo al porto, con un gavitello a prua e uno a poppa, gli altri ormeggiano in fianco a noi su altri gavitelli e poi ci uniamo tramite traversini e spring. La marea è in calo, aperitivo e cena in barca e attendiamo di appoggiarsi al fondo. Non sappiamo se la marea sarà così ampia da farci vedere il fondo e soprattutto non sappiamo se quando ci sarà la minima, verso le 3 di notte, saremo ancora svegli. Ore 23.30 usciamo dal dinette a vedere come è la situazione, il molo del porto è sempre più “alto”, mi appoggio al timone e mi accorgo che è bloccato, abbiamo toccato il fondo. La sensazione è strana ma sicuramente faremo sonni tranquilli. Io e Paolo proviamo a resistere per veder la bassa marea ma crolliamo prima.

Costo ormeggio Sauzon: 27€ con bagni a terra e possibilità avvicinandosi al molo di fare acqua.

Domenica 23 luglio.

Oggi abbiamo in programma una navigazione impegnativa. La nostra meta è a 50 miglia a Nord, inoltre ci aspetta un tempo grigio con pioggia e vento e mare da W-SW e onda lunga da W-NW. Il vento è previsto sui 20 nodi rafficato. Armiamo la trinchetta. Ore 9.50 molliamo gli ormeggi, direzione Loctudy. Issiamo la randa con due mani e proseguiamo a motore finché non usciamo dalla protezione che offriva il promontorio di Sauzon, navighiamo con la sola randa per capire che aria tira fino alle 10.20, quando decidiamo di aprire la trinchetta.

Scendo sottocoperta per segnare sul giornale di bordo che abbiamo aperto la trinchetta, quando sento un botto in coperta. La trinchetta è in acqua tenuta a bordo dalla scotta e dall’angolo di mura, qualcosa in alto ha ceduto ed è caduta prima sulla coperta e poi in acqua. Recuperiamo velocemente la vela e la mettiamo in dinette. Riporto sul giornale di bordo “ore 10.25 ROTTO PERNO DRIZZA TRINCHETTA”. Avviso gli altri della disavventura e chiedo come stanno navigando. Paolo che è più avanti ha due mani e genoa pieno pronto essere ridotto se serve, viaggia a 8 nodi. Michele vicino a me naviga con due mani e trinchetta a 7,5 nodi con punte a 8. Su Fireball svolgiamo il genoa, fino alla seconda mano.

La navigazione procede impegnativa, il mare si fa sentire e ogni tanto qualche muro di onda si offre di fronte a noi. La barca si comporta molto bene e non soffre né il vento a 20 nodi con punte a 30, né le onde. Tutti in barca mia, tranne il sottoscritto, hanno problemi di stomaco e mal di mare, ma devo dire che sono riusciti a vivere il momento in “allegria”. Scendo ogni tanto sottocoperta a controllare che sia tutto in ordine (tranne la tormentina che giace sul pavimento) e per sentire gli altri via radio. Problemi di stomaco e mal di mare diffusi ma tutto sotto controllo.

Per arrivare a Loctudy è un bordo unico, nel nostro tragitto passiamo dalle Glenans che decidiamo di tenere sopravvento per avere un po’ di riparo dal mare, così è e anche il vento è in calo, l’ingresso a Loctudy lo facciamo con mare piatto. Totale virate zero, totale abbattute zero, totale miglia 48, ore di navigazione a vela poco meno di 8 ore. 1 ora motore. Siamo a Loctudy belli cotti ma felici dell’esperienza appena vissuta, ancora più felici quando scopriamo il baretto all’inizio del molo. I problemi di stomaco svaniscono e lasciano spazio a ostriche e Muscadet, oltre ad altre prelibatezze di mare.

Costo ormeggio Loctudy: 40,48€ con bagni, acqua e corrente.

Lunedì 24 luglio.

L’intenzione era di salire verso nord facendo un’altra giornata dove macinare miglia, ma il mare contro con 40/50 miglia da affrontare in linea retta e la stanchezza del giorno prima ci fanno desistere. Decidiamo di fare una giornata calma, puntiamo su Concarneau, l’idea è di partire verso l’ora di pranzo per lasciare il tempo di due passi in paese alla ricerca di pesce, Loctudy è un paese di pescatori. Troviamo il pesce e i cuochi chiedono tempo, fortuna che il bar della sera prima è sempre contento di sfornare super aperitivi. Chiediamo all’ufficio del porto se è un problema se partiamo dopo pranzo…nessun problema. Mangiamo tranquilli in porto e con estrema calma alle 16.25 molliamo gli ormeggi. Il vento, leggero appena usciti, aumenta fino a 20 nodi e copriamo le 12 miglia che ci separano da Concarneau in meno di due ore a vela. 1 ora a motore per entrate e uscite dai porti. Facciamo un giro per la città storica.

Costo ormeggio Concarneau: 39€ con bagni, acqua e corrente.

Martedì 25 luglio.

Al mattino vediamo entrare nel canale di Concarneau, SVR-Lazartigue il trimarano che ha vinto qualche ora prima il Fastnet e poco dopo uscire 30 Figaro 3 impegnati in una regata in solitario. Ore 11.50 molliamo gli ormeggi, destinazione Port Tudy sull’Ile de Groix. Ci attendono 30 miglia abbondanti, vento dai 15 ai 20 nodi. Paolo segue la rotta più breve al traverso, mentre io e Michele passiamo vicino alle Glenans, per vederle con il bel tempo e per avere, poi, il vento più da poppa per provare il gennaker. Alla fine, Michele lo arma ma data l’onda deve orzare per poterlo portare, io mi accontento dei 7 nodi di velocità a vele bianche e più poggiato. Ore 17.06 ormeggiamo nell’avant port di Port Tudy, dopo 4 ore e mezza di vela e 40 minuti di motore per gli ormeggi. Le barche sono al gavitello in mezzo al porto saremo una 30-40 barche tutte in andana una con l’altra. Si scende a terra coi gommoni. Visitiamo il paese facendo una bella camminata su e giù per l’isola.

Costo ormeggio Port Tudy: 18€ – ormeggio Avent Port – bagni con docce a terra

Mercoledì 26 luglio.

Le previsioni danno 10 nodi da NW, sarebbe la prima volta che scende sotto i 15. La nostra destinazione è Sauzon o a Le Palais entrambre su Belle Île. 25 miglia circa ci attendono e forse è la volta buona dei gennaker. Appena usciti, siamo coperti dall’isola e quindi c’è poco vento, issiamo il gennaker e iniziamo a prendere confidenza con un paio di abbattute. Finalmente usciamo dalla copertura dell’isola. Con 10 nodi di vento al lasco andiamo a 8 nodi di velocità. Ore 14.50 siamo a Sauzon, dopo 4 ore a vela. È prevista per il pomeriggio della pioggia. Il porto non è accessibile per la bassa marea, c’è posto nell’avant port e ai gavitelli fuori dal porto. Chiediamo se la sera quando la marea permetterà l’ingresso, possiamo entrare nel porto e metterci di nuovo in cavalletto. Ci dicono che non c’è problema e di attendere intanto al gavitello, ci chiedono quanto peschiamo e ci dicono che possiamo entrare verso le 20.30 ma che ci verranno chiamare. Alle 20.15 sotto ad una pioggia insistente arriva con sul gommone il marinaio e ci conduce una alla volta all’ormeggio, una volta finito gli ormeggi e calata la pioggia, lo invitiamo a bordo per un aperitivo. Ore motore di giornata 50 minuti.

Costo ormeggio Sauzon: 27€ con bagni a terra e possibilità avvicinandosi al molo di fare acqua.

Giovedì 27 luglio.

A Sauzon ci siamo già stati la prima giornata ma non eravamo riusciti a visitare il paese. Dedichiamo la mattinata alla visita del paese, ore 13.40 partiamo con direzione Le Crouesty, 20 le miglie da percorrere. Ci aspetta ancora il canale della Teignouse e poi entriamo nella baia di Quiberon, l’onda scompare e ci godiamo una bella veleggiata sotto una bella pioggia insistente. Arriviamo a Le Crouesty alle 17.34 dopo 3 ore e mezza di vela e 36 minuti di ore motore. Qui ci dedichiamo all’asciugatura delle cerate, grazie ai Webasto e ad una bella doccia per scaldarci un po’, il tempo è veramente tipico Bretone.

Costo ormeggio Le Crouesty: 44€€ con bagni, acqua e corrente.

Venerdì 28 luglio.

Èl’ultimo giorno. Le barche vanno consegnate entro le 15, oggi non è previsto molto vento e solo 10 miglia scarse ci separano dal porto di partenza. Alle 10.47 molliamo gli ormeggi e ci godiamo a turno al timone le ultime miglia di navigazione con queste splendide barche e in questi luoghi splendidi. Siamo di bolina e incredibilmente la barca va con 9 nodi di vento reale a 6,5 nodi di velocità e così arriviamo veloci a Trinite Sur Mer. Alle 13.25 dopo avere fatto il pieno di gasolio, ormeggiamo al pontile di partenza, l’avventura in terra bretone è finita dopo circa 170 miglia di navigazione e 5.4 ore motore totali. Che dire il vento non è mai mancato!

Vi ho raccontato la cronistoria, nel racconta manca la parte di studio delle maree, di capire quanto la corrente avrebbe disturbato o meno l’ormeggio e che forse raccontato avrebbe annoiato.

Tirando le conclusioni, credo che per tutti questa esperienza sia stata emozionate ma anche di crescita. Abbiamo vissuto un mare diverso e che viene vissuto in modo totalmente diverso da quello che siamo abituati. Abbiamo visto nuovi modi di ormeggiare e abbiamo visto che nei porti c’è posto per tutti, anche quando sembra non esserci. Abbiamo preso confidenza con le maree e con le correnti, per poi scoprire che alla fine è “solo” una barca che galleggia sull’acqua con delle vele dove bastano solo poche accortezze e attenzioni che presto entrano nel quotidiano. Un’esperienza da rifare come scuola di mare a 360°.

BV

Il responsabile capibarca

Federico Camponogara