L’invito di Antonella e Marco, amici di lungo corso entrambi genovesi, era troppo allettante: “Perché tu e Mery non venite a Genova in occasione dell’arrivo della Ocean Race”? Detto fatto!
Il nuovo Waterfront progettato da Renzo Piano è ancora un cantiere aperto, ma l’evento è stato organizzato con grande entusiasmo e rilevanza mediatica. E così eccomi qui, puntuale, alle 10 del mattino del 24 Giugno, pronto ad aggirarmi negli spazi allestiti nell’area del salone nautico, tra sponsor tecnici internazionali, stand di gadget dedicati all’evento e gli immancabili chioschi di specialità culinarie liguri (come è noto l’abbinamento vela e buona cucina funziona sempre, ne sappiamo qualcosa al Paterazzo).
La flotta delle imbarcazioni in regata è ancora molto distante da Genova (mentre scrivo, alle 19,30 del 25 Giugno, gli equipaggi si stanno marcando stretto tra le Baleari e Barcellona), tuttavia l’atmosfera che si respira in banchina è quella delle grandi occasioni. Del resto è la prima volta in assoluto che una regata velica intorno al mondo si conclude in Italia.
Oltre agli aspetti mediatici, che hanno come scopo principale quello di catturare l’interesse anche di coloro che non sono propriamente “amanti” della vela, mi sorprendo ad emozionarmi quando mi affaccio al bacino numero uno e mi ritrovo dinnanzi agli occhi due splendide che barche hanno fatto la storia della vela: Rolly Go ed Endeavour .
L’armatore della prima, progettata da German Frers, era Giorgio Falck, erede della dinastia industriale delle grandi acciaierie di Sesto San Giovanni ed invidiatissimo marito della bellissima Rosanna Schiaffino. Lo skipper di Rolly Go era Pierre Sicouri. Durante la Withbread 81/82 , in prossimità di Capo Horn, di notte e con il mare in tempesta un membro dell’equipaggio (Paolo Martinoni) cadde nelle acque gelide dell’oceano.
Con una manovra da manuale, in meno di tre minuti, l’uomo in mare fu riportato a bordo. Prima di allora una manovra di questo tipo in quelle condizioni non era mai riuscita. Rolly Go non vinse quella regata, ma l’equipaggio dimostrò grande perizia tecnica e raccolse il plauso dell’intera comunità velica internazionale che dovette prendere atto che, in fondo, anche gli italiani ci sapevano fare!
New Zealand Endeavour (letteralmente “cercare di sforzarsi”), al comando di Grant Dalton, tra il 1992 ed il 1994 trionfò due volte nella Sidney to Hobart e vinse la Withbread. E’ un ketch progettato da Bruce Farr, lungo quasi 30 metri, con un’alberatura davvero imponente: il boma della randa di mezzana è lungo più di sei metri!
Credetemi, trovarmi di fronte a queste due barche iconiche è stato davvero emozionante. Infine la visita guidata alla nave scuola Palinuro della Marina Militare è stata la degna conclusione della mia breve visita al Waterfront e poco importa se non sono riuscito a vedere da vicino i “mostri” che, navigando sui foil, stanno dandosi battaglia alla velocità media di 25 nodi .
Buon Vento!
Mirco Mascotto
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