L’incipit del primo articolo dedicato a questo argomento era: come preparare barca ed equipaggio per la navigazione notturna. Come è noto esistono le luci di via, le regole di precedenza, fari e fanali disseminati lungo le coste etc. Questi aspetti fondamentali sono stati già trattati ampiamente in alcuni articoli precedentemente pubblicati su questo Giornalino.
Vorrei affrontare l’argomento partendo da una domanda: che cosa possiamo e dobbiamo fare per innalzare il livello di sicurezza, prima di partire per una navigazione notturna? L’obiezione (fondata) potrebbe essere questa: la sicurezza deve essere SEMPRE al centro della nostra attenzione, anche se navighiamo di giorno!
Giustissimo.Tuttavia è evidente che qualsiasi evento negativo assuma una dimensione più grave se accade navigando di notte. Ad esempio, se un membro dell’equipaggio dovesse cadere in acqua, è indubbio che trovarlo e riportarlo a bordo di notte sia decisamente più complicato.
Quindi agire preventivamente per ridurre al minimo le possibilità che si verifichi un qualsiasi evento critico è sempre opportuno, ma di notte diventa mandatorio. Molto è stato scritto e detto sull’argomento, quindi lungi da me la pretesa di essere originale. Tuttavia, penso che un breve riepilogo, una sintesi tra tante letture ed un minimo di esperienze personali possa essere d’aiuto.
Partiamo dall’inizio: lo Studio della traversata/navigazione. Tutto l’equipaggio dovrà analizzare sulla carta nautica il percorso da seguire, avendone ben presenti criticità ed insidie. Il Comandante dovrà sforzarsi di condividere tutte le informazioni rilevanti (fari, fanali, secche etc.) anche con i meno esperti: non occorre essere dei lupi di mare per avvistare un faro o per segnalare la presenza di altre imbarcazioni nella zona.
Se non c’è realizziamo una Life-line : prendiamo un cavo con lunghezza e diametro appropriati e diamo volta alle due gallocce di prua e di poppa, scegliendo il lato dal quale ci aspettiamo che possa arrivare il vento. In questo modo, se sarà necessario andare a prua, perlomeno si camminerà sopravvento e ben assicurati alla nostra barca.
In ogni caso ricordiamoci che il pozzetto è il luogo più sicuro quindi, a meno che non sia indispensabile uscirne per andare a prua o all’albero (terzaroli), cerchiamo di non muoverci da lì. Chi esce dal pozzetto dovrà indossare il giubbotto salvagente e, come detto, legarsi alla life-line…anche se il mare è una tavola! Una statistica pubblicata dall’Autorithy statunitense competente in tema di incidenti in mare che hanno coinvolto imbarcazioni da diporto nel 2022, conferma un dato sorprendente: nell’80% dei casi la caduta involontaria fuori bordo (uomo a mare) è avvenuta in condizioni di bel tempo e mare calmo.
Teniamo una torcia elettrica a portata ma, precauzione importante, lontano dalla bussola di governo che potrebbe risentire del campo magnetico generato dalle batterie, indicandoci una prua errata. La torcia è utilissima per tante ragioni e ci consentirà, se stiamo navigando a vela, di tener d’occhio i filetti della vela di prua ed il windex in testa d’albero.
Copriamoci bene! Di notte la temperatura scende sensibilmente ed il freddo è uno dei fattori scatenanti del mal di mare. Inoltre se siamo intirizziti siamo certamente meno reattivi ed i nostri movimenti rischiano di essere lenti e maldestri.
Infine attenzione alla stanchezza ed al colpo di sonno improvviso: un Socio del Paterazzo, durante una navigazione notturna, si addormentò mentre era al timone. Fortunatamente non accadde nulla anzi…gli altri membri dell’equipaggio sostengono ancor oggi di non averlo mai visto governare così bene!
Bisogna quindi stabilire dei turni e quei turni (che non devono mai durare più di tre ore) devono essere rispettati da tutti: chi subentra lo deve fare senza lamentarsi mentre chi ha finito il proprio turno non deve avere pietà e, se necessario, deve reclamare il cambio, senza pensare di potercela fare per un altro po’… Quel po’ potrebbe essere di troppo ed avere conseguenze nefaste!
Un altro aspetto importante è relativo alla modalità con la quale viene gestito il cambio di turno: chi smonta sta governando da qualche ora, quindi si presume che abbia sotto controllo tutti i principali aspetti della navigazione mentre chi subentra è ancora intontito dal sonno (se ha dormito) oppure dal dolce far niente sottocoperta. Occorre dargli il tempo di ambientarsi e di orientarsi. Il passaggio di consegne e di informazioni richiede un po’ di tempo e non deve essere frenetico.
Alla fine, dopo aver posto la fatidica domanda “sei pronto?” ed aver ricevuto una risposta convincente, potremo tornare al calduccio e cercare di rubare qualche ora di sonno alla notte, prima che l’alba arrivi.
Buon Vento!
Mirco Mascotto
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