Il 14 Maggio 1965, l’ammiraglio Agostino Straulino, al comando della Amerigo Vespucci, si rese protagonista di un’ impresa velica che è rimasta scolpita nell’immaginario degli appassionati di vela e non solo.

Va detto che Straulino, nativo di Lussinpiccolo (all’epoca Italiana), di imprese legate alla vela ne aveva già collezionate parecchie, a cominciare dall’oro olimpico nella classe Star conquistato a Helsinki nel 1952 a cui seguì, quattro anni dopo, l’argento a Melbourne. Inoltre, nella sua lunga attività di regatante, collezionò una serie impressionante di successi, culminati con il primo posto alla One Ton Cup del 1973 al comando di Ydra.

Tutti coloro che hanno navigato con lui ne ricordano i modi educati ma asciutti ed una straordinaria capacità di “sentire” il vento, probabilmente acquisita già dall’infanzia, quando attraversava la baia di Lussino a bordo di una piccola barca in legno regalatagli dal padre.

Le testimonianze di molti velisti che hanno regatato con lui sono concordi nel riconoscergli una particolare e quasi magica capacità: la sua barca si muoveva sempre, come sospinta da una forza misteriosa, anche quando gli altri yacht arrancavano, impantanati nelle remore della bonaccia.

Divenne Ammiraglio ed alla fine del 1964 assunse il comando della Amerigo Vespucci, la nave scuola per eccellenza della Marina Militare Italiana. Probabilmente coltivava da tempo l’idea di eseguire la manovra delle quale stiamo parlando. Bisognava solo aspettare che si presentassero le condizioni favorevoli; la mattina del 14 Maggio un forte vento di Tramontana soffiava sullo specchio d’acqua del Mare Piccolo di Taranto dove la Vespucci era alla fonda. Quel vento fresco e teso, proveniente da Nord, era l’ideale per dare corpo all’ardito progetto di Straulino.

Un’ancora di speranza fu posizionata sul cassero di poppa, pronta all’uso nel caso la manovra non fosse riuscita. Dopodichè, dopo aver issato il segnale internazionale che significa “ho le macchine in avaria”  (nel canale la navigazione a vela è vietatissima!), furono mollati gli imbrogli e cazzate le scotte delle vele di trinchetto: la nave imboccò il fatidico canale proprio mentre il  ponte girevole si stava aprendo.

La Vespucci, spinta dalla tramontana, raggiunse ben presto gli otto nodi e percorse velocemente il canale tra due ali di folla festante: immaginiamo per un attimo questo “bestione” invelato, lungo 101 metri,  largo 16 e con un dislocamento di 4300 tonnellate,  che percorre velocemente il  canale navigabile lungo 375 metri e largo 58, tra due ali di folla ammirata e plaudente!

La manovra, neanche a dirlo, fu eseguita in modo impeccabile e riuscì perfettamente; le foto che la immortalarono fecero il giro del mondo, regalando ad Agostino Straulino una notorietà addirittura superiore a quella conquistata con le due medaglie olimpiche.

Il Comandante ricevette due  lettere dall’Ammiragliato: una di encomio per la splendida manovra ed una nella quale gli venivano notificati dieci giorni di arresti per aver infranto il regolamento.

Nelle interviste che seguirono, Agostino Straulino commentò l’impresa da par suo, con la consueta sobrietà e senza nulla concedere alla retorica. A chi cercava di carpirgli qualche segreto, senza enfasi, rispondeva semplicemente : “Condizioni favorevoli, ottimo equipaggio!”.

Buon Vento!

Mirco Mascotto