A seguire, in versione integrale, l’articolo del mensile Bolina che vorrei far precedere dal racconto di un fatto realmente accaduto ad un amico circa 35 anni fa.

Prima sento doveroso ricordare che Il Paterazzo promuove da sempre e con forza l’uso di questo mezzo che, come leggerete in seguito, si è dimostrato essere realmente un mezzo anche molto utile in una situazione diversa dal navigare. E’ inutile nascondere che, nelle nostre scorribande veliche, non tutti lo compilano con cura quotidiana, quindi spero che questo breve editoriale possa sensibilizzare tutti i comandanti capibarca ad impegnarsi in questo senso, non fosse altro per la bellezza di avere poi un ricordo dell’esperienza fatta, comunque sempre utile per il futuro.

Ecco alcune immagini di questo nostro GdB:

Come certamente saprete è stato pensato, e aggiornato nel tempo con molta cura, sulla base delle esperienze vissute e delle necessità riscontrate. In passato, quando non esistevano tecnologie atte a conoscere sempre tutto e ovunque, si navigava comunque con carte nautiche e portolani e siamo sempre riusciti a tornare al porto di partenza.

Tuttavia, in taluni casi accadeva che, in barche a noleggio, si trovavano portolani e carte nautiche talvolta scarabocchiate sgualcite o in lingua straniera (croato) il che ci metteva in difficoltà nel fare serenamente il lavoro che ogni buon comandante deve fare: il carteggio e la pianificazione delle rotte.

Allora, al Paterazzo, si pensò di inserire nel nostro portolano piccole copie delle carte nautiche in nostro possesso, puntualmente e pazientemente tenute aggiornate dal nostro presidente F.Abriani, e relative alla pianificazione fatta in sede, ma soprattutto queste carte erano in buono stato e, non ultimo ne meno importante, erano in italiano.

Ecco quindi che ogni barca aveva il suo giornale di bordo specifico completo anche di foto delle singole barche, con le relative caratteristiche, di tutti i recapiti telefonici sia della ciurma a bordo che del charter, la programmazione per eventuali navigazioni notturne, i principali segnali marittimi e qualche norma NIPAM, la programmazione prevista per la crociera, un’adeguata e giornaliera pagina per il meteo nonché altri utilissimi promemoria.

Da non molto è stato ulteriormente aggiornato con l’inserimento di nuove pagine riguardanti la sicurezza e utili a ricordare, in caso di necessità ove la memoria potrebbe tradire chiunque, dove si trovano i vari ausili, attraverso specifici pianetti posti in bella evidenza in barca, es.:

Queste, invece, sono le pagine del GdB di un nostro socio che, ultimamente da pensionato, naviga molto:

Esorto caldamente ad imitare questo esempio!

Veniamo al racconto:

Correva l’anno … un tempo molte storie iniziavano così, oggi no, ma in realtà non ricordo l’anno, il nome del comandante si (tal Bruno non era del Paterazzo!). Stava ritornando al porto base di Lignano con vento da bora un po’ sostenuto ma nulla di straordinario. Per chi conosce la zona, è ovvio aspettarsi onda e qualche difficoltà all’ingresso del canale che porta al porto tuttavia, per urgenza di rientro, ha comunque tentato l’accesso. Per un imprevisto la cosa non è andata a buon fine e si è spiaggiato sui bassi fondali sabbiosi delle vicinanze con la barca sdraiata di lato.

Chiede aiuto col Vhf (allora i telefonini non cerano) e arriva immediatamente la C.P. che lo invita a sbarcare per sicurezza, ma non ha voluto abbandonare la barca chiedendo invece un rimorchio. Ottenutolo e salvata la barca (senza danni strutturali), espletata la burocrazia prevista (denuncia di evento straordinario) e alata la barca, successivamente attiva l’assicurazione essendo lui super assicurato in tutto e per tutto. Secondo voi sarà stato risarcito? Ebbene, alla fine, si!

Infatti, dopo le logiche e abituali resistenze dell’assicurazione, è stato in grado di dimostrare sia l’assoluta necessità di rientro che la non impossibilità dell’accesso al porto. Attraverso cosa?

Proprio attraverso il giornale di bordo (provvisoriamente sequestratogli dalla C.P. nel momento dell’intervento) che lui teneva aggiornato in modo maniacale! Grazie a ciò è stato in grado di certificare tutte le considerazioni, le precauzioni e strategie prese anticipatamente per non incorrere in alcun pericolo per la nave e l’equipaggio tranne l’imprevisto: l’essere scivolato accidentalmente e aver perso per un attimo il controllo della barca. Clausola prevista nell’assicurazione!

Ecco a cosa potrebbe anche servire la corretta e completa compilazione del giornale in questione se non pure a dimostrare, agli organi competenti, la perizia (o l’opposto!) del comandante anche ai fini di possibili responsabilità civili e penali.

Utile no??!
Rimane il fatto che, comunque, ogni uno rimane libero di trarne le proprie personali riflessioni e conclusioni!

B.V.

Francesco Rancan

16-04-2021 dalla Redazione di Bolina:

Un libro di bordo? Perché no?

Sul ‘logbook’ per secoli sono state annotate navigazioni, rotte e dati meteorologici. Uno strumento utile a ogni skipper che è tornato a essere un documento ufficiale.

Torna di moda il giornale di bordo. O, meglio, torna di utilità anche nel diporto, visto che il diario del comandante, usato nella tradizione marinaresca per descrivere la cronologia della navigazione e gli eventi che la accompagnano, è stato di fatto “resuscitato” da una recente circolare dell’Agenzia delle Entrate come mezzo di prova per attestare la rotta della barca fuori dai confini comunitari.

La disposizione fa riferimento alle nuove norme sul leasing nautico e il charter, le quali prevedono che per usufruire degli sconti forfettari sull’Iva bisogna dimostrare che la barca è utilizzata in acque extra UE (vedi Bolina n. 391, pag. 27, Charter e leasing, si cambia). I mezzi di prova, affermano le Entrate, possono essere costituiti dai tracciati dei sistemi di navigazione satellitare o, per chi non avesse questi strumenti, da “dati cartacei o digitali del giornale di bordo”. È su questo quaderno dello skipper che vanno dunque riportati i movimenti effettuati dalla barca, le sue ore di moto, gli spostamenti tecnici o quelli attinenti alla manutenzione e il tutto va conservato per almeno cinque anni, a disposizione di eventuali controlli. Una rivincita del gesto amanuense nei confronti del touch, che non è neppure troppo isolata.

La tenuta di un giornale di bordo durante la navigazione è infatti sempre più richiesta anche da tante società di charter, in particolare nelle zone caraibiche. Questo sia per tenere meglio sotto controllo ciò che accade alla barca e ai suoi componenti per ottimizzare le manutenzioni, sia per cautelarsi in caso di incidenti dalle pretese delle compagnie assicurative, che vogliono essere a conoscenza del comportamento adottato dallo skipper in questi frangenti per capire se ci sono responsabilità.
Nell’era del foiling, dei sensori wireless, del punto nave trasmesso istantaneamente via etere su plotter, smartphone e anche orologi da polso, ecco dunque che si ritorna a carta e penna. Che non è necessariamente un male.

Perché il libro di bordo, il logbook, è in fondo parte essenziale della navigazione, un’esperienza sempre “narrata” fin dalle origini. Magari incisa su pietre votive, come il celebre Viaggio di Annone descritto in lingua punica nel 500 a.C. e conservato al centro di Cartagine, ma anche sui famosi peripli, gli antichi resoconti cartacei dei viaggi per mare, e poi sui tanti diari di bordo, imprescindibili biografie di ogni vascello. È solo grazie a questi preziosi documenti che possiamo conoscere come si navigava nei secoli passati, gli usi e costumi dei marinai, le dotazioni di bordo, le tecniche di manovra delle navi, o capire come sono avvenute le scoperte di nuovi popoli e paesi, e anche conoscere dati sul vento, sullo stato del mare e sul clima. Non a caso ad avere intuito l’enorme potenziale di questo sterminato database navigante era già stato Francis Beaufort.

Il celebre ammiraglio, cartografo ed esploratore inglese, nell’800 così scriveva al fratello riferendogli delle sue ricerche per arrivare a una classificazione degli elementi marini che poi avrebbe portato il suo nome: “Attualmente sono in servizio circa 1.000 navi della flotta reale. Da ciascuna di loro ci sono dai 2 agli 8 libri di bordo che vengono consegnati annualmente agli uffici della Marina; quei diari riportano vento e condizioni meteorologiche per ogni ora…. quali migliori dati potrebbe desiderare un paziente filosofo meteorologo?”.
Aveva pienamente ragione, visto che ancora oggi negli Stati Uniti e in Nuova Zelanda sono al lavoro equipe di studiosi per rileggere i migliaia di diari di bordo dei secoli passati al fine di estrapolare dati utili a ricostruire l’evoluzione nel tempo di correnti, vento e altri fenomeni meteomarini.

Il giornale di bordo è ancora obbligatorio nella marina mercantile, in quella militare e sui pescherecci di oltre 10 metri. Il Codice della Navigazione, con il suo regolamento di applicazione, ne descrive dettagliatamente struttura e funzione. Fa parte dei documenti di bordo, è chiamato Giornale Nautico ed è diviso in 4 libri: inventario di bordo, giornale generale e di contabilità, giornale di carico o di pesca (secondo la nave) e giornale di navigazione.

Quest’ultimo è quello sul quale vanno annotati in ordine di data la rotta, le osservazioni meteorologiche, le manovre effettuate e in genere tutti i fatti più importanti inerenti la navigazione. È un atto pubblico e le annotazioni del comandante hanno efficacia probatoria in caso di controversie giuridiche e fanno prova dei fatti inerenti la navigazione. Tanto è vero che nella compilazione è vietata la presenza di spazi bianchi, interlinee o cancellazioni poco chiare nelle pagine.

Nella navigazione da diporto il diario di bordo, nel nostro Paese, diversamente da altre nazioni non è previsto. In Francia, per esempio, il journal de bord fa parte delle dotazioni di sicurezza per chi naviga oltre le 6 miglia dalla costa e deve essere “aggiornato e contenente gli elementi rilevanti per il monitoraggio della navigazione e la sicurezza della barca”

A prescindere dagli obblighi normativi, tenere un diario di bordo può essere comunque una buona idea per ogni velista. Avere un riferimento cronologico delle miglia percorse, degli interventi effettuati, di eventuali avarie o incidenti, di riparazioni, sostituzioni, migliorie allo scafo è certamente utile. Così come annotare le scadenze dei documenti, delle dotazioni, del certificato di sicurezza, etc. Le annotazioni essenziali di un libro di bordo dovrebbero riguardare:

– le condizioni meteorologiche (intensità e direzione del vento, nuvolosità, precipitazioni, temperatura, pressione, umidità);
– le condizioni del mare (lo stato e se possibile dati su direzione e intensità della corrente);
– lo stato della barca (ore motore a inizio e fine giornata, livelli acqua, carburante e olio motore, eventuali controlli effettuati o sostituzioni di parti);
– informazioni sulla navigazione: rotta prevista, orario partenza e arrivo, scali, soste eventuali punti nave, vele utilizzate, velocità media;
– gli eventi straordinari: incidenti, avarie e avvenimenti inconsueti che possono avere rilevanza anche per successivi controlli;
– la presenza delle persone a bordo.

Utile sarebbe poi anche riportare informazioni sui luoghi visitati: la convenienza di un marina, la possibilità di fare rifornimento di acqua, la presenza di un market, di docce o servizi, un particolare ristorante, ma anche le bellezze di una baia, la scoperta di un ridosso, un piacevole incontro, o la sensazione lasciata da un tramonto struggente. Considerare il libro di bordo, insomma, un vero diario di viaggio, per ancorare le crociere effettuate ai ricordi e trasformare le proprie avventure in un racconto, così da poter riprendere il largo con i ricordi anche dopo anni, seduti in poltrona in una sera d’inverno.

da ‘Bolina’.