Anche Giorgio Leoni ha risposto positivamente al nostro appello volto ad allargare il perimetro della redazione del Giornalino. Il web può essere una fonte preziosa di informazioni ed approfondimenti, ma i contenuti pubblicati devono  essere preventivamente analizzati e vagliati con cura. Giorgio si è assunto questo compito e, per il numero di Aprile,  ci ha inviato  una nota che riguarda alcuni piccoli accorgimenti utili per rendere più confortevoli le soste tra una  navigazione e l’altra. Nell’articolo che segue richiamo alcuni spunti che mi sono sembrati interessanti.

ANCORAGGIO. Si può verificare una condizione particolarmente disagevole: l’onda di risacca proviene da una direzione diversa rispetto a quella del vento. La prua si orienta verso quest’ultimo e l’onda arriva da un lato , per esempio da dritta quindi , oltre al beccheggio, la barca ha anche un fastidioso rollio che rende difficoltoso ogni movimento. Per ridurlo è necessario orientare la prua verso l’onda .

Come fare ? Legare la cima di un cavo, lungo almeno quanto la barca, alla catena dell’ancora, lungo il calumo,  a circa un metro dal musone. Il cavo va portato a poppa sul lato opposto a quello da cui arriva l’onda di risacca (nel nostro caso a sinistra). Una volta passato nel passacavi di poppa dare volta sul verricello. A questo punto, mentre una persona cazza il cavo un’altra, a prua, molla la catena la quale, richiamata dal cavo, si sposterà a sinistra della prua. Agendo in modo coordinato, la prua si allontanerà progressivamente dal letto del vento; in effetti sarà la poppa che, nel nostro esempio, ruoterà in senso orario. L’operazione sarà conclusa quando la prua sarà orientata nella direzione di provenienza delle onde; a questo punto il rollio cesserà,  la barca si limiterà a beccheggiare  e la vita a bordo sarà decisamente più confortevole.

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ORMEGGIO ALL’INGLESE. Si tratta dell’ormeggio di gran lunga più confortevole ed anche più agevole per salire in barca o scendere a terra. In presenza di un po’ di onda o di vento la barca, per quanto trattenuta da spring e traversini, continuerà ad avere piccoli movimenti paralleli alla banchina che metteranno in tensione i cavi utilizzati per l’ormeggio. In corrispondenza delle gallocce potrebbe essere chiaramente udibile un rumore molto fastidioso, una sorta di cigolio prodotto dal cavo di ormeggio. Si tratta di uno stridore molto sgradevole, soprattutto per coloro che occupano le cabine più vicine.

Cosa fare? La soluzione più radicale, ma non sempre realizzabile, sarebbe quella di sostituire il cavo di ormeggio con uno nuovo di ultima generazione. In alternativa, volendo continuare ad utilizzare i cavi di cui disponiamo, è necessario lavarli con acqua calda rimuovendo tutta la salsedine, avendo cura di bagnarli abbondantemente con acqua dolce prima  di metterli in opera. Il fastidioso cigolio cesserà e potremo dormire sonni tranquilli!

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GAVITELLO. L’ormeggio al gavitello (boa) è molto frequente, soprattutto un Croazia. I campi-boa sono sempre più diffusi anche per evitare che le ancore danneggino irrimediabilmente i fondali. Nel parco della Maddalena, ricco di praterie di posidonia, è proibito ancorarsi ed è invece obbligatorio utilizzare i gavitelli messi in opera dalle autorità che gestiscono questa bellissima area protetta. In assenza di vento i cavi che ci legano al gavitello si allentano ed accade spesso che la prua della barca urti sul corpo galleggiante, disturbando irrimediabilmente il sonno di chi dorma nella cabina di prua. Vi è anche il pericolo che qualche colpo più forte possa procurare qualche graffio sulla prua o al mascone.

Cosa Fare? Se la lunghezza della trappa che collega il gavitello al corpo morto lo consente, è sufficiente cazzare i cavi e sollevare il corpo galleggiante dall’acqua. Se la trappa è troppo corta per consentire tale sollevamento, è comunque utile mettere in forte tensione i cavi. La nostra barca avanzerà  fino ad arrivare sulla boa: se la prua non è verticale (o inversa) sarà comunque sufficiente per evitare urti troppo violenti.

Buon Vento!

Mirco Mascotto