Nel corso del 2022 appena conclusosi i cantieri navali europei che producono  barche a vela hanno raccolto ordini che per il 50% riguardano monoscafi e che per l’altra metà sono di multiscafi, in particolare catamarani; tutto lascia supporre che il 2023 sarà l’anno del sorpasso.

Solo 5 anni fa il rapporto era 8 a 2 a favore dei monoscafi, quindi è evidente come, nell’ultimo lustro,  il mercato delle imbarcazioni nuove abbia subito un profondo cambiamento che riflette i nuovi orientamenti degli utilizzatori.

Va detto che 6 barche su 10 vengono acquistate dalle società di charter, i cui ordinativi si concentrano, ormai,  quasi esclusivamente  su catamarani; per avere la conferma “visiva” di tutto questo basta navigare in Croazia o in altre zone fortemente vocate al turismo nautico. Sempre più spesso le nostre rotte incrociano quelle di piccoli o grandi catamarani presi a nolo.

Gli operatori del settore sono pronti a scommettere che, nel breve volgere di una decina di anni, i monoscafi saranno in posizione fortemente minoritaria.

Quali sono le ragioni di questa tendenza apparentemente inarrestabile? Per prima cosa sono cambiati i gusti e le esigenze degli utilizzatori finali: sono sempre più numerosi coloro che scelgono la barca come “luogo di vacanza” alternativa rispetto a location più normali. Si tratta perlopiù di gruppi di amici (lo saranno ancora alla fine della crociera?) che scelgono la barca per le ferie estive, quindi per un periodo di tempo molto limitato e che poi, con ogni probabilità, la prossima volta si indirizzeranno verso altre tipologie di vacanza.

Molto di loro, una volta terminata la crociera estiva, non metteranno più piede su una barca  fino all’anno successivo, sempre che desiderino ripetere l’esperienza in futuro.

Trattandosi perlopiù di equipaggi non particolarmente esperti, privilegiano comodità, spazi e confort di navigazione. E’ chiaro che se i criteri sono questi, i catamarani sono la risposta vincente. Gli spazi disponibili sono del 40% maggiori di quelli di un monoscafo di pari lunghezza e la “terrazza a mare” di poppa è sicuramente molto più generosa del pozzetto. Il catamarano non sbanda ed è sempre orizzontale, quindi anche i meno esperti non si spaventano.

Il velista esperto ama certe sensazioni e prova un brivido di piacere quando la barca, soprattutto di bolina, sbanda sottovento e mette la falchetta in acqua. Ho navigato su catamarani in tre occasioni ed ho subito notato come la barca non modificasse in modo significativo il proprio assetto all’aumentare del vento. Mi sentivo orfano di  quei “segnali” che le barche monoscafo lanciano in continuazione: lo sbandamento esagerato, il timone che rende faticoso il governo, l’eccessiva tendenza orziera che ti dice che sei troppo invelato etc.

Devo però aggiungere che ricordo con grande piacere quella Crociera Autunnale alle Isole Porquellores, quando il Paterazzo decise di noleggiare dei catamarani. Tutti concordammo che, da punto di vista velico,  quella scelta ci privò di qualche soddisfazione, ma tale rinuncia fu ampiamente compensata da abitabilità e spazi comuni davvero sorprendenti, che favorirono l’aspetto relazionale e conviviale tra tutti i membri dell’equipaggio. Una sera ospitammo tutti gli equipaggi del gruppo: nel quadrato di poppa eravamo una trentina!

Sono armatore di un monoscafo e non prendo nemmeno in considerazione l’ipotesi di acquistare un catamarano, ma se un gruppo di amici mi proponesse una vacanza su una barca a noleggio, valuterei attentamente anche questo tipo di imbarcazione.

A mio parere, lo “skipper del futuro” dovrà essere in grado di navigare su monoscafi e su multiscafi e la scelta cadrà sugli uni o sugli altri a seconda delle circostanze, delle opportunità, dell’equipaggio e del tipo di navigazione e di vacanza che abbiamo in mente.

Il mio personalissimo pensiero è che un gruppo come il Paterazzo, tenuto conto delle evoluzioni in atto nel mondo della vela, dovrebbe guardare con crescente attenzione anche in questa nuova direzione, senza pregiudizi e con la curiosità che sempre si accompagna alla passione genuina.

In fondo non dobbiamo dimenticare che i navigatori Polinesiani, su catamarani e trimarani grandi come gusci di noce, hanno solcato per secoli l’Oceano Pacifico.

Buon Vento!

Mirco Mascotto