Arrivare a questo scopo non è solo una questione di comodità e benessere dell’equipaggio ma anche di sicurezza.
Innanzi tutto la barca eserciterà una trazione più costante ed uniforme sulla linea d’ancoraggio non sottoponendo la stessa a continue oscillazioni a destra e sinistra come normalmente invece avviene, movimenti che, se esercitati con forza e per molto tempo, potrebbero anche arrivare a far spedare l’ancora.
Fra i modi che io conosco per arrivare a questo scopo ve ne sono due che ora vi descrivo:
1) Issare una vela anti brandeggio;
2) Deviare il tiro della linea d’ancoraggio verso metà nave.
Il primo modo ha già un “problema”. Avere tale vela!
Noi, che spesso usiamo barche a noleggio quindi difficilmente l’abbiamo appresso ma, brevemente, la spiego ugualmente.
Si tratta di due tipologie diverse di armamento ovvero:
- La prima potrebbe essere costituita da un semplice triangolino di tessuto da vela, mediamente pesante, issato basso sul boma al posto della randa e di superficie adeguata all’imbarcazione, potrebbe anche essere usata anche una randa di cappa. Tale vela, esponendosi al vento alternativamente a destra e sinistra, induce una diminuzione del raggio di brandeggio limitando di conseguenza il movimento della linea d’ancoraggio.
- L’altro metodo prevede di avere con sé una veletta il cui principio di funzionamento è il medesimo, ma di forma diversa. Si tratta di un brevetto dall’uso intuitivo, per cui basta osservare la foto per capirne l’azione la cui efficacia, essendo armata più a poppa della precedente, sarà certamente maggiore.

Il secondo modo invece è alla portata di tutti e non occorre portarsi da casa assolutamente nulla.
Molto semplicemente si tratta di deviare il tiro della linea d’ancoraggio verso il centro barca armando un adeguato cavo sulla catena, a distanza adeguata dall’opera morta per non dar modo alla parte di catena non più in forza di battervi contro, e indirizzare il timone alla poggia. In tal modo la barca esporrà sempre le stesse mure anche in presenza d’onda. Semplice no?

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