Nel corso delle prime due lezioni abbiamo analizzato le forze che influiscono sullo scafo durante l’esecuzione delle manovre, il bravo timoniere ne terrà conto per contrastarle o assecondarle a seconda della manovra che dovrà eseguire.
In questo articolo vedremo la manovra di ormeggio di poppa in banchina su ancora. Questa manovra è importante perché è necessaria in molti porti che non sono attrezzati con le trappe. (ad esempio la maggior parte dei porti greci).
L’esecuzione è abbastanza semplice, tuttavia, specialmente se non conosciamo il porto, bisogna rispettare alcune importanti regole:
- La certezza che il posto individuato sia accessibile per la nostra barca e il fondale sia sufficiente;
- che non vi siano ostacoli occulti (ad esempio una barca affondata sul fondo);
- la disponibilità sul molo di bitte o anelli ove fissare i nostri cavi d’ormeggio;
- che le catene delle barche vicine non possano interferire con la nostra.
- che ci sia spazio sufficiente per mettere tanto càlumo anche se la profondità non lo richiede.
Il vento può arrivare da tutte le direzioni e se soffia lateralmente con una certa intensità, sottopone l’intero ormeggio ad una forte sollecitazione, rischiando di far arare l’ancora con le conseguenze facilmente immaginabili.
Dopo aver individuato il luogo dell’ormeggio, è necessario avvicinarsi di prua per verificare che non vi siano ostacoli e – valutato lo spazio disponibile – possiamo iniziare la manovra allontanandoci ortogonalmente, fino a raggiungere la distanza sufficiente ad offrire una buona tenuta dell’ancora.
Una volta raggiunto il punto daremo fondo e inizieremo la retrocessione. La cosa più difficile, in presenza di vento laterale, è mantenere la giusta direzione e ancorare esattamente davanti al punto in cui vogliamo ormeggiare. In questo caso, specialmente se il fondale è profondo è necessario che l’ancora arrivi sul fondo rapidamente, pertanto è opportuno usare la frizione del salpa-ancore filando senza esitazione i primi metri di càlumo.
Il timoniere dovrà cercare di mantenere il corretto allineamento tra il punto di fonda e il molo affinché la catena si distenda in modo rettilineo e dopo aver calato un sufficiente quantità di catena far agguantare affinché l’ancora faccia presa. Poi, senza fermare la barca, dovrà filare fino alla distanza di una lunghezza dal molo. Qui si dovrà agguantare di nuovo per verificare la tenuta e fermare la barca con l’ancora stessa.
Durante la retrocessione il timoniere deve osservare il punto da raggiungere e la prua della barca perché proprio quest’ultima permette di capire in anticipo i cambiamenti di direzione e di correggerli.
Pertanto la sua posizione sarà a poppavia del timone con il busto leggermente girato per poter guardare facilmente a poppa e a prua (vedi foto).
Capita spesso, con equipaggi non rodati, che ci siano grandi difficoltà di comunicazione tra il timoniere e l’addetto all’ancora. E importante in questi casi stabilire a priori un modo per comunicare tra poppa e prua l’ideale con dei gesti che significheranno:
Fondo; Fila; Agguanta.
Se – a causa di una raffica di vento o per non aver filato abbastanza l’ancora – la barca si spostasse lateralmente, si può riportare sul corretto allineamento con una accelerata in avanti per farla scodare e riportarla in posizione senza recuperare càlumo, semmai filandone ancora per mantenere la prua libera e poi riprendere la retrocessione.
Attilio Bertani
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