Una terza possibile situazione, quella meno auspicabile, è che le previsioni meteo fossero sbagliate oppure che le valutazioni dello skipper si rivelino non corrette; ci potremmo trovare nelle condizioni meno favorevoli, esposti sia al vento che al mare.

In questo caso la nostra LINEA DI ANCORAGGIO sarà sottoposta a sollecitazioni che potrebbero comprometterne la tenuta: oltre al BRANDEGGIO (movimento a pendolo della barca che può arrivare ad avere un’ampiezza angolare di 65°) la prua della nostra barca si muoverà in alto ed in basso al passaggio delle onde, mettendo in tensione la catena (o il tessile) . Vedremo in seguito quali strategie e quali comportamenti è necessario adottare in questo caso.

Lo skipper, dopo aver individuato (con l’ausilio di carte e portolani) l’ancoraggio più adeguato e dopo aver valutato con attenzione il meteo e le evoluzioni previste nelle dodici ore successive, porta la barca nel luogo scelto, sperando di non trovarlo già troppo affollato.

Nella stagione estiva è quindi preferibile anticipare il momento in cui ancorarsi: meglio arrivare prima degli altri che dover ripiegare su una situazione che non ci convinca del tutto.

In ogni caso, prima di dare àncora, è consigliabile effettuare una breve RICOGNIZIONE, cercando di individuare il punto migliore per dare fondo.

Per la scelta è necessario tenere ben presenti alcuni fattori : natura e profondità del fondale nel punto prescelto, la distanza dalla costa, la distanza dalle altre barche tenendo presente che la lunghezza del CALUMO dovrà essere almeno cinque volte la profondità: quindi, ad esempio, 8 metri di fondale richiedono circa 40 metri di calumo. Inoltre, se sono previste condizioni meteo particolarmente impegnative, il calumo dovrà essere allungato fino a sette od otto volte il fondale.

Ovviamente un calumo più lungo richiede uno spazio più ampio per l’inevitabile brandeggio, quindi anche la DISTANZA dalle altre barche dovrà essere maggiore … (continua)

Mirco Mascotto