Alla andature portanti, con vento fresco e mare formato, la barca è soggetta a movimenti che possono mettere in difficoltà anche i timonieri più esperti:
il beccheggio, determinato dall’onda che passando sotto la chiglia solleva ed “affonda”, alternativamente, la poppa e la prua. Il rollio, (determinato anch’esso dalle onde), che fa coricare la barca prima su un fianco e poi sull’altro. In queste condizioni seguire la prua bussola desiderata è molto complicato e la direzione della barca altro non è che la sommatoria di continue, significative correzioni – ora a dritta, ora a sinistra.
Supponendo di avere la randa issata (a riva), una variazione della prua più ampia delle altre può determinare un cambio di mure non voluto, provocando quindi una strambata (abbattuta involontaria): il boma passa repentinamente da dritta a sinistra (o viceversa) con rischi per l’equipaggio (giù le teste!) e forti sollecitazioni all’attrezzatura (vele, sartie, boma ed albero).
Per prevenire questa eventualità è possibile armare una manovra che si chiama ritenuta del boma. Con una gassa si lega un cavo in tessile di diametro e lunghezza adeguati ad un golfare posto in prossimità della varea del boma. Il cavo viene poi fatto passare in un bozzello “volante” posizionato sottovento a pruavia dell’albero, vicino alla falchetta. Il tutto viene poi rinviato in pozzetto dando volta su un verricello e su una galloccia (se il winch non è self-tailing). In questo modo il boma, trattenuto sottovento, non sarà più libero di “spazzolare” pericolosamente pozzetto e coperta.
Tutto risolto? Apparentemente sì ma, come spesso accade in barca, anche la ritenuta del boma non è priva di controindicazioni. Innanzitutto, prima di abbattere (cambio di mura volontario) , occorre disarmare la ritenuta per poi armarla nuovamente sull’altro lato dopo l’abbattuta. Inoltre, poiché alla andature portanti il boma è molto “aperto” in posizione quasi perpendicolare all’albero, la varea è in posizione esterna, ben oltre la falchetta. Una rollata più forte (o una straorzata) può farle toccare l’acqua. Se Non trattenuto, il boma ruoterebbe verso il centro della barca ma, in presenza della ritenuta, non è libero di muoversi.
L’impatto con l’acqua, unito alla velocità della barca, determina una sollecitazione ed uno sforzo che vengono immediatamente “scaricati” sul boma, in particolare sul punto di attacco all’albero (trozza) con conseguenze potenzialmente molto gravi. Per evitare tutto questo è necessario che un membro dell’equipaggio (sveglio) sia pronto a lascare prontamente la ritenuta, liberando il boma che, in caso di impatto con un’onda, potrà ruotare verso il centro della barca limitando al minimo sollecitazioni e possibili danni all’attrezzatura. Con queste semplici precauzioni, la ritenuta del boma può rendere più sicura e tranquilla la vostra navigazione.
Buon Vento!
Mirco Mascotto
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