Lo scorso 10 Giugno il nostro Sodalizio ha festeggiato il suo 35mo compleanno: “Un’età molto interessante”, diceva Oscar Wilde!! Un anniversario celebrato con una serata in sede che ha visto una grande partecipazione, ma anche un meteo protagonista in negativo…
Fin dal pomeriggio, le premesse per una grande serata ci sono tutte! Una manipolo di volontari si prodiga nella preparazione dei tavoli e del palco che avrebbe accolto di lì a poco il gruppo musicale dei Rusty Duck, ingaggiati per l’occasione.
Musicisti e cucinieri si danno man forte e come per magia dalle auto e dai furgoni si materializzano batterie di pentole e batterie musicali, mestoli e chitarre, fornelli e amplificatori. La scena prende vita come su un set… Le tovaglie bianche e blu sui tavoli, in perfetto stile marinaresco, fanno pendant con il grande guidone appeso al forte e sprizzano già allegria.
Il meteo ci aveva già messo in allerta per la tarda serata, ma il sole splendente rafforza la speranza che il temporale previsto per la sera tardi giusto quel poco da consentire lo svolgimento della festa.
Ma intanto, sotto un sole ancora spietato, i musicisti finiscono di preparare strumenti, cavi e amplificatori. Ben presto risuonano i primi ‘Sza! Sza!’ dai microfoni, a scandire il check audio in corso… Risponde la cucina col batter di coperchi, mentre piano piano l’area interna al vecchio forte austriaco si popola di soci vecchi e nuovi.
All’interno della sede fervono i preparativi per antipasti e dolci: in un frenetico andirivieni, il carrello dell’affettatrice assottiglia inesorabilmente tranci di prosciutto crudo e salame, mentre altre mani sapienti preparano i formaggi. Nella sala si materializza uno strano – ma promettente – serpente di cioccolato, che si trasforma presto in un iconico e gigantesco numero 35!!
All’esterno intanto prende vita il banco degli aperitivi, dove Ale Savalli sforna senza soluzione di continuità litri di Hugo che vengono presi d’assalto… Nel frattempo, i grandi cumuli che svettano a nord sbriciano il cortile dai cornicioni del forte e sembrano voler restare lontani quanto basta, almeno per ora.
L’area si è ormai riempita, siamo in tanti, più di cento: molti a dar una mano, chi a preparare il tavolo degli antipasti, chi a completare la mise-en-place dei tavoli, chi a prender posto o a chiaccherare, chi a salutare qualcuno che non si vedeva da molto tempo.
Che meraviglia queste reunion. Non vedi da tanto una persona, magari da qualche anno, ma subito nasce un abbraccio, ti assale il ricordo di un’avventura, come succede tra gli amici più cari, quelli di una vita. E’ tutto qua il segreto del nostro Paterazzo…
E’ il momento del Presidente. Franco prende la parola e come sempre ci porta in alto, ci sembra di volare tra quegli altocumuli, ma senza sentire il vento che sta arrivando, senza preoccupazioni, solo con la consapevolezza che questa armonia è il risultato della partecipazione di tutti i presenti, di quelli che non c’erano, di quelli che non ci sono più e di quelli che verranno…
Scoppia l’applauso, ed è il via alle danze tra i tavoli, il risotto è in preparazione, gli antipasti fanno bella mostra sul tavolo centrale, tutti prendono posto mentre altri si contendono la supremazia nella eterna lotta per il buffet.
La battaglia non sembra generare un vincitore, tutti alla fine conquistano il loro bottino, mentre i più ardimentosi si mettono in fila con il vassoio per il premio finale… il risotto! I musicisti – sistemati gli strumenti – indugiano anch’essi sul risotto prima di iniziare la loro esibizione.
Ognuno però osserva il cielo, che nel frattempo si è fatto più minaccioso. Ora è coperto e un vento fastidioso si fa largo tra gli alti muri del forte..
Ed ecco che, proprio nel momento in cui la serata stava per decollare, mentre tutti – forchetta in resta – erano impegnati a gustare il risotto, Eolo rompe gli indugi e apre la strada a sorella pioggia.
E’ la metafora perfetta per il navigante. Non devi mai dare per scontato quello che ti arriverà, ma allo stesso tempo devi essere pronto ad accoglierlo e ad affrontarlo.
Ognuno ha reagito secondo la propria indole, chi continuando a mangiare imperterrito sotto un ombrello rovesciato dal vento, chi è corso al riparo, chi è stato semplicemente seduto ad accogliere la pioggia sulle spalle, come a dire ciao, non ti aspettavo, come stai?
E’ la forza del Paterazzo, del navigante che osserva, prevede, prepara, ma anche che accetta, affronta, si misura con le proprie capacità e le proprie paure…
Quindi, come quando arriva il cattivo tempo e la decisione giusta è quella di restare in porto, ci si ripara tutti all’interno della sede.
Mentre alcuni tra i musicisti proteggono gli strumenti con i teli, appare una chitarra nell’androne di ingresso. Sembra tutto precario, ma piano piano la musica prende il sopravvento sul vociare indistinto e si trasforma in in un canto corale. La musica poi si sposta all’interno, dove si improvvisa un piccolo spettacolo in acustico.
Siamo al sicuro, abbiamo riassettato la barca, l’abbiamo messa in sicurezza. Ora possiamo cantare e ballare insieme, con chi c’è, con quello che abbiamo. Il bel tempo tornerà!
Bv,
Icio
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