Proseguendo l’articolo precedente è bene precisare che i ragionamenti che qui facciamo sono validi sia per vele di adeguate dimensioni in relazione alla forza del vento e stato del mare – siano esse simmetriche che asimmetriche – nonché per tutte le vele di prua.

Continuiamo iniziando con due definizioni:

1) cosa intendiamo quando parliamo di straorza:
La straorza è quel movimento involontario che la barca compie tendendo a orientare la prua al vento in maniera più o meno decisa. Una sorta di auto-salvamento!

2) Cosa intendiamo per equilibrio o squilibrio:
Si definisce equilibrio quando, forze o momenti opposti, raggiungono lo stato di parità. Detto stato potrà essere stabile, se si mantiene nel tempo, o instabile se, una volta innescato, continua ad aumentare.

Come già detto le cause posso essere molteplici ma che portano inevitabilmente allo stesso risultato cioè allo squilibrio delle forze aero-idrodinamiche che agiscono sulla barca.

E veniamo al dunque iniziando da “lontano”: “Perché il buon timoniere, specialmente in regata e anche in assenza di onda, continua ad orzare e poggiare leggermente?”

Certamente per i paterazziani, che hanno frequentato tutti i corsi, la risposta potrà essere banale e intuitiva: per crearsi quel po’ di vento apparente che lo fa correre di più!

Giusto, lo fa per cercare la sua massima VMG, anche scostandosi leggermente dalla rotta ideale, ma non solo, anche per cercare di “tastare” quale sia il limite massimo per orzare senza incorrere nella straorza. Ovvio che, in questa andatura soprattutto in regata, la ricerca della massima VMG restringe i limiti del navigar sicuro ma tant’è essere regatanti, o no!

Ecco quindi lo scenario che vive il timoniere durante un bordo con vento portante: orza e poggia, orza e poggia, orza e poggia … fino al momento che, per cause già citate, si innesca l’effetto orziero provocato delle vele e dalla carena e si straorza!
Questo è il risultato dello sbilanciamento delle forze aero-idrodinamiche!

Cosa mai sarà successo?
E’ accaduto che, orzando quel pelo in più, il centro velico si è spostato troppo sottovento e ha rotto quell’equilibrio tra i centri di carena e velico, di cui si accennava nella prima puntata, portando la barca ad andare autonomamente all’orza.

Segue

B.V.
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