La regolazione fine delle vele, quindi anche della randa, deve essere effettuata con barca in movimento. E’ quindi importante, per prima cosa, “far partire” la barca facendo in modo che la randa abbia da subito una buona efficienza. Come fare?

Innanzitutto è molto importante l’azione del timoniere, che deve governare tenendo una prua stabile rispetto alla direzione del vento. Soddisfatta questa condizione, per prima mettiamo a segno la vela di prua, utilizzando i filetti e tutte le regolazioni di cui abbiamo già trattato.

A questo punto siamo pronti per regolare la randa. Per la prima regolazione, che potremmo definire grossolana, è sufficiente lascare la scotta fino a quando appare un leggero rifiuto lungo l’inferitura. A questo punto dobbiamo cazzare lentamente la scotta fino a quando il rifiuto é del tutto eliminato.

Questa prima regolazione ha due pregi: si effettua con la barca in movimento, quindi come si usa dire “faremo strada” ed è anche molto semplice, oltreché rapida. Inoltre, grazie ad essa, la nostra randa raggiunge un grado di efficienza che possiamo stimare intorno all’85%. Non è il massimo ma non è neanche tanto male.

Il 15% mancante si può ottenere ricorrendo ad altre regolazioni che iniziamo ad esaminare da qui in avanti. Per la prima utilizziamo la drizza la cui funzione non è solo quella, peraltro fondamentale, di issare la vela.

Una tensione della drizza non corretta modifica in senso peggiorativo la forma della randa, quindi deve essere assolutamente evitata. La regola generale è questa: con poco vento la drizza deve essere poco cazzata, con vento fresco la drizza deve essere più cazzata.

Se la drizza è troppo cazzata si formerà una contropiega verticale della vela, detta cannone, vicina all’albero e parallela ad esso. In questo caso dobbiamo lascare leggermente la drizza fino a quando questa difettosità nella forma scompare. Se invece la drizza è troppo lasca si formano delle piccole pieghe orizzontali che partono dall’inferitura. In questo caso è necessario cazzare la drizza fino a quando le pieghe scompaiono.

La tensione della drizza ha anche un altro effetto sulla randa, spostandone il grasso verso prua o verso poppa. Di questa e di altre regolazioni parleremo nei prossimi numeri del nostro Giornalino.

Buon Vento!

Mirco Mascotto